Effedue: Un cubo di luce è un progetto del 2012.
L’ edificio ha modificato lo skyline del contesto urbano di Imola rendendosi già visibile dall’autostrada A14 ma apprezzabile nella sua totalità solamente percorrendo la Via Molino Rosso.
Da lontano l’effetto evoca anche un cubo di ghiaccio dai mille riflessi di luce, man mano però che ci si avvicina l’occhio è attratto dalla complessità dei dettagli, la superficie a rilievo, i motivi geometrici che si ripetono in modo apparentemente casuale, il portale rosso che si impone sul tono neutro dello sfondo.
E’ di notte però che l’effetto di trasparenza e smaterializzazione viene particolarmente accentuato grazie al sapiente posizionamento dei corpi illuminanti sulla facciata che rendono il cubo ancora più “glaciale”.
A elementi freddi, evanescenti ed eterei (vetri, bianco, luce soffusa) si contrappongono elementi caldi e materici (portone rosso, pietra, greenwood esterni, legno interno, gres scuro, alcuni elementi di arredo e pareti colorate, bagliori di luce, piani sfalsati dei vetri). L’aver cercato di mescolare questi elementi è ciò che dà carattere e dinamicità all’edificio.
Il tutto è stato progettato con criteri mirati a ridurre la richiesta di energia per il miglioramento del comfort interno. Le facciate ad est e nord est interamente realizzate in vetro su struttura in acciaio, consentono lo sfruttamento massimo delle radiazioni solari nelle prime ore del mattino senza disturbare con una luce troppo intensa il lavoro degli addetti all’interno.
Le due facciate più elaborate a sud e sud-ovest, non hanno soltanto una funzione estetica. In realtà si tratta di un involucro creato da una muratura quasi priva di affacci e di una seconda pelle in pannelli di vetro extrachiaro serigrafati che proteggono le facciate sud e sud-ovest, più esposte al sole e al vento. Fra i due strati si forma un’intercapedine di circa 80 centimetri dove l’aria, circolando in modo naturale grazie all’effetto camino, contribuisce a raffrescare la superficie d’estate e a trattenere il calore d’inverno.
A favore del benessere e dei dipendenti degli uffici direzionali, il progetto esula dal concetto di ambiente chiuso e punta sulla trasparenza, optando per finestre a tutt’altezza e creando anche all’interno ambienti separati da vetri, così da generare un continuum visivo fra le varie sale, rispettando comunque la privacy dovuta agli uffici.
Si sono costruiti luoghi “nuovi” per fare stare bene chi vi entra e permettere di lavorare nei migliore dei modi.
1° premio INARCH-ANCE, III edizione, maggio 2009.
Progetto selezionato nella “short list” del WAF, World Architecture Festival, Barcellona, 2009.